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Bassi livelli plasmatici di magnesio e sviluppo di fibrillazione atriale


Un basso livello di magnesio nel siero è risultato correlato a un aumento del rischio di fibrillazione atriale dopo chirurgia cardiaca.
Non è noto se la ipomagnesiemia predisponga alla fibrillazione atriale nella popolazione.

Sono stati studiati 3.530 partecipanti ( età media, 44 anni, 52% donne ) dal Framingham Offspring Study che hanno partecipato a una visita di routine ed erano liberi da fibrillazione e malattie cardiovascolari.

Nel corso di 20 anni di follow-up, 228 partecipanti hanno sviluppato fibrillazione atriale.

Il magnesio sierico medio era 1.88 mg/dL.

Il tasso di incidenza aggiustato per età e sesso di fibrillazione atriale è stato pari a 9.4 per 1000 anni-persona nel quartile più basso di magnesio nel siero ( minore o uguale a 1.77 mg/dl ), rispetto a 6.3 per 1000 anni-persona nel quartile più alto ( maggiore o uguale a 1.99 mg/dl ).

Nei modelli multivariati aggiustati, gli individui nel quartile più basso di magnesio sierico hanno avuto circa il 50% in più di probabilità di sviluppare fibrillazione atriale ( hazard ratio corretto, HR=1.52; P=0.05 ), rispetto agli individui nei quartili superiori.

I risultati sono rimasti simili dopo l'esclusione dei soggetti in trattamento con diuretici.

In conclusione, un basso livello di magnesio nel siero è moderatamente associato allo sviluppo di fibrillazione atriale nei soggetti senza malattia cardiovascolare.
Poichè l’ipomagnesiemia è comune nella popolazione generale, un legame con la fibrillazione atriale può avere potenziali implicazioni cliniche. ( Xagena2013 )

Khan AM et al, Circulation 2013; 127: 33-38

Cardio2013



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