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Mortalità associata a fibrillazione atriale in pazienti con infarto miocardico


La fibrillazione atriale è un disturbo comune in pazienti con infarto del miocardio.
La fibrillazione atriale non è percepita in genere dai clinici come un evento critico durante la fase acuta dell’infarto del miocardio; tuttavia, la sua influenza prognostica nell’infarto del miocardio resta controversa. Inoltre, esistono dati contradditori sul rischio di decesso in accordo alla tempistica della fibrillazione.

E’ stata effettuata una revisione sistematica e una prima meta-analisi allo scopo di quantificare il rischio di mortalità associato a fibrillazione atriale nei pazienti con infarto miocardico e la sua tempistica.

Sono stati identificati gli studi su infarto del miocardio che hanno valutato la mortalità correlata a fibrillazione atriale ed è stata effettuata una valutazione formale della qualità metodologica degli studi.

Nei 43 studi inclusi nell’analisi ( 278.854 persone ), l’odds ratio ( OR ) di mortalità associato alla fibrillazione atriale è stato pari a 1.46 ( 23 studi ).

Questa peggiore prognosi si è mantenuta indipendentemente dalla tempistica di fibrillazione atriale; l’odds ratio di mortalità per nuova fibrillazione atriale senza precedente storia del disturbo è stato pari a 1.37 ( 9 studi ) e per precedente fibrillazione atriale a 1.28 ( 4 studi ).

L’analisi di sensibilità degli studi sulla nuova fibrillazione atriale con aggiustamenti per fattori confondenti non ha mostrato una diminuzione del rischio di mortalità.

In conclusione, la fibrillazione atriale è associata a un aumento del rischio di mortalità nei pazienti con infarto del miocardio.
La nuova fibrillazione atriale senza precedente storia di disturbo prima dell’infarto del miocardio è rimasta associata a un aumento del rischio di mortalità anche dopo aggiustamento per diversi importanti fattori di rischio per fibrillazione atriale.
Questi successivi aumenti nella mortalità suggeriscono che non è possibile continuare a considerare la fibrillazione atriale come un evento non-grave durante l’infarto miocardico. ( Xagena2011 )

Jabre P et al, Circulation 2011; 123: 1587-1593


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