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Cause di morte e fattori coinvolti nei pazienti con fibrillazione atriale


La fibrillazione atriale è associata a un aumento della mortalità, ma le cause specifiche di morte e i loro predittori non sono stati descritti tra i pazienti trattati con una efficace terapia anticoagulante.

Lo studio RE-LY ( Randomized Evaluation of Long-Term Anticoagulant Therapy ) ha randomizzato 18.113 pazienti ( età, 71.5 anni, sesso maschile, 64%; punteggio CHADS2, 2.1 ) a ricevere Dabigatran ( Pradaxa ) o Warfarin ( Coumadin ).

Il follow-up medio è stato di 2 anni, e il follow-up completo è stato raggiunto nel 99.9% dei pazienti.

Nel complesso, si sono verificati 1.371 decessi ( tasso annuo di mortalità, 3.84% ).

Le morti cardiache ( morte cardiaca improvvisa e scompenso cardiaco progressivo ) hanno rappresentato il 37.4% di tutti i decessi, mentre le morti connesse a ictus ed emorragia hanno rappresentato il 9.8% della mortalità totale.

Un esame delle cause di morte in base all’uso di Dabigatran o Warfarin ha indicato che Dabigatran ha significativamente ridotto la mortalità vascolare ( correlata a embolia ed emorragia ) ( rischio relativo, RR=0.63; P=0.007 ), mentre le altre cause di morte sono state simili tra i trattamenti, tra cui la mortalità cardiaca ( RR=0.96; P=0.638 ).

I due più forti predittori indipendenti di morte cardiaca in questa popolazione sono stati scompenso cardiaco ( hazard ratio, HR=3.02; P minore di 0.0001 ) e precedente infarto miocardico ( HR=2.05; P minore di 0.0001 ).

In conclusione, la maggior parte dei decessi non sono legati a ictus in una popolazione con fibrillazione atriale anticoagulata.
Questi risultati sottolineano la necessità di individuare interventi oltre a una efficace anticoagulazione per ridurre ulteriormente la mortalità nella fibrillazione atriale. ( Xagena2013 )

Marijon E et al, Circulation 2013; 128: 2192-2201

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